Superiamo la cultura del nemico

Una correzione ad una piccola svista pubblicata nel numero precedente del Post circa il nome della moglie del nostro assessore al sociale Armano Bolzon: non si tratta della signora Lucilla De Nale ma ovviamente di Anita Belloro, referente e responsabile del doposcuola per conto dell’Associazione Sportello di Coordinamento delle Attività Sociali.
Mi sia concessa però questa occasione per ribadire un concetto che va ribadito, perchè perdendo questo si perde tutto. Ciò che mi spinge ad agire non ha mai un carattere personale: io non ho assolutamente nulla di personale con le signore De Nale e Belloro. Così come con le signore Miola e Munari. Ciò che mi spinge ad agire sono altre cose: il senso del dovere, la possibilità di dare qualcosa limitatamente alle mie capacità e perseguendo ciò in cui credo. E la mia fede nella libertà.
C’è una cosa che ho tentato di insegnare a qualche centinaia di ragazzi sovizzesi – magari sta leggendo proprio qualcuno di voi! – : tu ti senti veramente libero nel momento in cui esprimi te stesso: parlando, scrivendo, cantando, dipingendo, ballando, scegliendo come vestirti, ridendo, urlando: espressione è libertà. Ho conosciuto da pochissimo i ragazzi del C.u.c.a. che per fortuna nostra sono venuti a Sovizzo: quanta energia vitale nella libera espressione!
Espressione è libertà, ed una libertà buona, utile, fertile in quanto scambio. E’ qualcosa che permea fortemente la nostra cultura occidentale, un valore di cui siamo alfieri nel mondo, ma qualcosa che non dobbiamo assolutamente dare per scontato. Nel nostro mondo “libero” i maccartismi hanno convissuto con i fascismi e gli stalinismi, laddove le libertà di pensiero e di espressione stavano ormai da due secoli. Ma in tutte le nostre costituzioni occidentali ogni giorno quei diritti vanno riguadagnati da ogni nuova generazione. Assolutamente anche nel piccolo di un paese come il nostro, perchè il nostro poema epico è ambientato attorno alla nostra piccola vita.
Ecco perchè io combatto quella cultura del nemico che a Sovizzo, per la storia di Sovizzo, diciamo che “non manca”: è quella che ci chiede di schierarci a priori con una parte impedendoci di entrare nel merito delle questioni. E’ quella che strozza sul nascere così la normale e sana dialettica democratica che a me piace sincera, diretta e appassionata, e ovviamente mai cattiva.
Nonostante tutto ciò che accade non c’è persona in Consiglio che io consideri nè tratti da nemico.
Ma con questo stesso identico spirito la mia prossima iniziativa sarà una mozione per l’autonomia del terzo settore dall’amministrazione pubblica a Sovizzo, che chiederà a ogni singolo consigliere di esprimersi col voto contro le commistioni e per il ripristino della corretta distinzione tra pubblico e privato nel nostro paese.
Avere il coraggio di dare alle cose il proprio nome ed esprimere le proprie opinioni non è avercela con qualcuno o lottare contro di lui. Non accettiamo la cultura del nemico, anzi combattiamola e superiamola. Esigiamo rispetto per le nostre idee.