Jaisalmer è un antica città di sabbia alle propaggini occidentali del Rajasthan, l’indiana Terra dei Re.
E’ il capolinea della ferrovia. Oltre c’è il deserto e il Pakistan.
A Jaisalmer siamo arrivati all’alba dopo una notte nell’ultima classe indiana – della serie vagoni bestiame – e dai finestrini saltavano dentro le cavallette ed entrava molta sabbia. Gli indiani hanno avuto pena di noi e ci hanno dato un posto a sedere.
Siamo arrivati esattamente all’alba e non dimenticherò mai come quelle strade di sabbia, tra le case di sabbia, a quell’ora fossero azzurre, e come scavalcando un’altra mucca azzurra eravamo dentro a una fiaba, dentro al silenzio, dentro ad un altro tempo.
Sorprendentemente la nostra camera all’interno di un’affascinante corte aveva l’aria condizionata e così siamo riusciti a dormire fino al pomeriggio senza disfare i nostri zaini.
Il giorno dopo Jaisalmer, forse, era ancora più bella.
Donne dalla pelle bruna portavano anelli d’oro ovunque e i loro vestiti avevano colori sgargianti.
Ancora oggi il cuore della città sta dentro alla cinta di mura del palazzo reale, e tutto sembra fatto di un unico materiale: una pietra arenaria gialla facilmente lavorabile e spesso intarsiata in meravigliosi arabeschi incastonati nelle facciate.
Se sali nel palazzo e ti guardi intorno capisci che Jaisalmer è completamente circondata dal deserto.
E’ un luogo fuori dal tempo sulla via della seta.
Una città dentro a un libro con le pagine di seta.