Se guardiamo Vicenza dall’alto – è facile con GoogleMaps – ci accorgeremo che Sovizzo è dentro a quell’unico agglomerato che dalle Piramidi si estende fino a Montecchio, tra aree residenziali, produttive e commerciali, con ormai pochi interstizi agricoli rimasti.
E’ una realtà geografica ormai consolidata ma non è una realtà amministrativa, per cui sappiamo che chi abita a Tavernelle potrebbe essere cittadino di Sovizzo, di Creazzo, di Altavilla o di Montecchio a seconda che la casa sia qualche decina di metri più spostata verso un diverso punto cardinale.
Le conseguenze sono purtroppo rilevanti anche per chi non abita a Tavernelle, ma vive o gravita attorno ad un’area più vasta che di fatto si trova ad essere una terra di nessuno, su cui nessuno cioè governa la responsabilità della gestione del territorio.
Pensiamo alla nuova rotatoria presso il sottopasso tra Olmo e Altavilla. Conosciamo tutti cosa è successo al sistema della viabilità locale da quando è stata realizzata quell’opera. Conosciamo invece in pochi il fatto che stiamo parlando di un danno alla collettività misurabile in diversi milioni di euro l’anno. Chi parla? Chi si lamenta?
Ho scritto due volte al Giornale di Vicenza, avendo titolo per farlo in quanto redattore del piano del traffico di Creazzo, piano completamente vanificato da quell’opera che riporta quote di traffico di attraversamento dell’abitato su viale Italia. Quell’articolo (chi vuole può trovarlo sul mio blog -www.manuelgazzola.com – insieme alla mozione oggetto di questo articolo) non è mai stato pubblicato.
E’ facile prevedere come il problema sarà amplificato ulteriormente quando aprirà la nuova area commerciale sulla rotatoria stessa.
C’è un’assenza totale di pianificazione del sistema mobilità nell’area del primo ovest-vicentino, un’assenza che riguarda assolutamente anche noi, perchè meno fluida è la nostra connessione con Vicenza e più – di fatto – da Vicenza noi ci allontaniamo.
Bene, la questione credo che sia: chi deve farsi carico della soluzione di un problema come questo? Fino ad oggi non l’ha fatto nessuno, e i risultati sono purtroppo sotto gli occhi di tutti. Togliendo il velo di normalità che porta l’abitudine ci accorgeremo che come è vero che da una parte Sovizzo è la porta dei nostri favolosi colli (da valorizzare), dall’altra parte è altrettanto vero che siamo dentro ad un’area di territorio degradato e informe, in cui abbiamo però il potere e il dovere di mettere ordine.
In questi mesi in Consiglio si parla di convenzioni tra alcuni Comuni del primo ovest-vicentino per la centrale unica di committenza e per la polizia locale (vedremo poi nel merito). Io faccio una proposta al Consiglio e alla maggioranza: perchè non affrontiamo insieme ai nostri vicini ciò che sarebbe logicamente prioritario, per quanto più complesso, affrontare insieme? Se non sono Sovizzo, Creazzo ed Altavilla a mettere sul tavolo i problemi dell’area in cui sono inseriti, purtroppo difficilmente lo farà qualcun altro. Quale di questi tre Comuni dovrebbe farsi promotore dell’iniziativa? Potrebbe farlo qualunque dei tre, ma visto che non lo fa nessun altro, io dico: perchè non lo facciamo noi? Proponiamo l’istituzione di un tavolo per analizzare e cercare soluzioni ai problemi della mobilità (anche le reti pedonale, ciclabile e del trasporto pubblico), e perchè non metterci dentro anche il collegamento e la valorizzazione di quelle aree che direi fortunosamente ad oggi si sono salvate dal degrado, e che possono essere valorizzate e restituite alla collettività?
Ma se si ha paura di complicare troppo la cosa, ci si limiti pure alla viabilità, e alle soluzioni più semplici (mi viene in mente l’attuale incredibile soluzione nei pressi di Grancasa), ma appunto, si metta in piedi un organismo che abbia una responsabilità su ciò che oggi è lasciato al caso (anzi, diciamo pure ai privati) e che sia capace di difendere appropriatamente le normali e giuste istanze di chi qui abita, coinvolgendo gli adiacenti Comuni maggiori e costruendo una massa critica capace di dialogare con le istituzioni sovraordinate. Diversamente avremo altre rotatorie come quella che ho citato, e tutti noi zitti, in colonna, a lamentarci da Bonometti a Ponte Alto.
E’ difficile prevederne i tempi, ma cambiare le cose si può: basta agire.
Manuel Gazzola
Sovizzo Post, 17 Febbraio 2015