Doppio dono

Stamattina ho visto il tuo compito
e non me l’aspettavo:
mi avevi abituato ad esplosioni di colori
a collage del tutto fuori da ogni schema,
a un diadema di allegrie,
a cori e fantasie.

Questa volta no:
un compitino fiacco,
nulla di bislacco,
una cornicetta con la matita
solo una fetta del tuo talento,
quasi uno smacco.

Cerco le prime parole
e vedo i tuoi occhi spegnersi,
lo sguardo cadere
e un dolore montare
silenzioso e sincero,
se è vero che hai provato questa volta da sola,
senza un aiuto per veder se era ora
di spiccare quel volo
nel cielo della scuola.

Allora ti ho raccolto,
ti ho sorriso
e ho deciso in un lampo
che poi c’era del buono,
no no non era niente male!

Si poteva migliorare
ma c’era molto,
c’era molto…
ti ho spiegato come fare,
far due salti e ritornare
ad esercitar pressione
sulle spalle e sulle piume.

Mi hai creduto
e ti ringrazio,
perchè da uno strazio
cupo e muto,
rinasce bello e inaspettato
il doppio dono dell’insegnato,
io ho dato e tu hai imparato.

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