E’ richiesta una manutenzione
continua e ordinaria su tutto.
Sulla macchina.
Sul telefono.
Sulla casa.
Sulla caldaia.
Sul mio corpo.
Sul mio rapporto con la moglie.
Sul mio bambino da quando le doglie
lo installeranno sul nostro mondo.
Sul vagabondo che è dentro di me
e che grida “Ho fame!
No, non mi trascurare”.
Sulla pulsione sessuale
che non è per niente una cosa banale.
Sulla mia scrivania.
Sui soldi che vanno via.
Sui conti correnti,
l’equilibrio coi parenti,
lo stato mentale di mamma e papà.
Torre di controllo
“tranquilli, son qua!”
Controllo,
controllo,
controllo,
chissà
se è la cosa migliore
o ho sbagliato missione,
son stato istruito
o seguo il mio istinto.
Controllo,
controllo,
controllo,
pietà
agir per il bene dell’umanità
Clark Kent lo sapeva:
è pesante, al di là
che non è mica detto
che avere l’elmetto
sia sempre corretto,
specie se soprattutto
non viene dal cuore.
Ma sì, mio dottore,
lo sapevo di già,
è diverso se devi
o se scegli
da libero attore:
la tua decisione
può perder colore,
diventare squallida,
priva di valore,
ordinaria,
monotona,
semplice manutenzione.