Soffia un alito di notte
su questa domenica stanca
mentre guido
verso una stanza
con un telefono
dentro
e dentro una voce
e dentro un’anima
che come la mia
viaggia verso quest’incontro
che sta sulla scia di questa via
che solo mi illudo di correre da solo.
Ma sono insieme a te che ti ho visto dal finestrino
e sono insieme a te che mi aspetti
sul cuscino sul divano.
Sono una mano che sta per stringerne un’altra
e sono vicino a chi dorme in questa camera di hotel
e quel bambino che corre e mi fa sorridere
perchè è il mio che sta per nascere.
Uomini neri davanti al kebab,
puttane, viandianti, non conta l’età
ma solo il fatto che siamo tutti qua
a incontrare uno sguardo,
a divenire ricordo
di un fatto passato
oppure specchio di un nostro riflesso
oppure tu adesso sei chi sto portando nel cuore,
sei per me le parole
di un brevissimo canto
a persone che ho care.
Sei un viaggio che non faccio,
sei quel viaggio che io faccio
e che tu incontri per un istante
come segno di quanto è grande
ciò a cui apparteniamo
tu per me
e io per te
siamo la prova che Dio c’è.