Il teatro è illuminato,
elegante,
minimale,
provinciale,
ma già emana
l’eleganza
dell’attesa dell’evento.
Passi veloci
in giacche scure,
sobrietà sì ma con un certo fervore
che qualcosa sta arrivando.
Son le maschere sui tacchi
silenziose dietro il vetro.
Qui fa freddo, devo entrare!
E c’è gioia in quel tremare
d’importanza,
per chi gioca all’alternanza
col servizio in osteria.
Mamma mia qua si comincia!
Tra due ore siam sul palco,
siam sicuri?
Non ricordo quasi niente,
e per contralto
mi strafogo con sta pizza.
Ma ci pensi? Sono in scena!
L’ho sognato da una vita…
Ma che splendida commedia,
tutta a un tempo
c’è come un eco
di un arpeggio
trasognato
ci dev’esser Mangiafuoco
dietro a questo strano bosco
di fili, luci e burattini.
E’ tutto a posto miei bambini,
prendete posto tra i cuscini.
Apre il bar e la biglietteria,
giù il sipario:
c’è la magia.